Scriveva Bertold Brecht "La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell'ultima c'erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente". 
legno e polvere Ci sono pacifisti che passano all'altro fronte, forse anche guerrafondai che da falchi diventano colombe, ma un fatto non cambia: nella buona come nella cattiva sorte sono i miserabili a patire maggiormente le conseguenze di guerre ed emergenze umanitarie.

La crisi umanitaria più evidente in questo periodo è proprio quella siriana che alimenta un flusso drammatico di circa 2 milioni di fuggitivi distribuiti nei Paesi confinanti (1), ma è indiscutibile che le rivoluzioni della "primavera araba" hanno sconvolto il nord Africa e costretto milioni di persone a cercare rifugio in altri Stati.  
Ad Amman ad esempio c'è un vivace mercato immobiliare alimentato da ricchi profughi non solo siriani, ma anche iracheni, che acquistano abitazioni ed appartamenti eleganti, mentre i migranti senza nulla affollano le tende dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) oppure convivono con la popolazione locale nei villaggi.

Janiki Cingoli nel suo ultimo editoriale intitolato "Obama stanco di guerra" (2) scrive che "l
a proposta di Putin di mettere sotto controllo internazionale e poi distruggere gli arsenali chimici siriani" (oltre a far aderire la Siria alla Convenzione sulle Armi Chimiche) ha tolto il Presidente americano dall'impasse in cui si trovava: intervenire in Siria o minare la credibilità degli USA quali gendarmi del mondo.
Le ragioni della politica hanno pochissimo a che vedere con le esigenze della popolazione civile, considerando poi che degli oltre 100.000 morti causati finora dal conflitto siriano ben pochi dipendono dall'uso delle armi chimiche.

Forse c'è stato un tempo cavalleresco in cui "il rumore sordo della battaglia" (3) echeggiava gesta eroiche, ma la guerra moderna non conosce onore, solo distruzione spesso scientifica e quindi maggiormente crudele.
La speranza è che l'iniziativa di pace che si è aperta non fallisca, perché la guerra che verrà non è la prima, ma in ogni evento bellico l'umanità è sempre perdente perché viene sconfitta tanto la civiltà dei vinti quanto quella dei vincitori.

(1) Secondo i dati dell'UNCHR i rifugiati siriani sono distributi
in Libano (720.000), in Giordania (520.000), in Turchia (464.000), in Iraq (200.000) ed in Egitto (111.000). Cfr.
http://www.unhcr.it/news/dir/28/view/1568/la-unhcr-e-i-paesi-confinanti-con-la-siria-annunciano-un-impegno-congiunto-affincha-aumenti-il-sostegno-internazionale-ai-paesi-che-ospitano-un-numero-elevato-di-rifugiati-156800.html
(2) J. Cingoli è il direttore del CIPMO (Centro Italiano Per la Pace in Medio Oriente) cfr.
http://www.cipmo.org/editoriale/2013/obama-stanco-guerre.html
(3) Il rumore sordo della battaglia / Antonio Scurati. - 2. ed. - Milano : Bompiani, 2006. - 396 p. ; 20 cm.
Nel libro di Scurati vengono descritte grandiose ed epiche battaglie e lo smarrimento cavalleresco di fronte all'avvento delle armi da fuoco.