In tempi passati, quando il viaggio di piacere era prerogativa di pochi eletti e non esistevano ancora le tecnologie multimediali, erano le valigie a parlare al posto dei viaggiatori, sia attraverso la fattura artigianale e la grandezza del bagaglio, sia tramite gli adesivi degli hotel attaccati sopra, come veri status symbol per i clienti della borghesia emergente (1)

Ma le cosiddette "affichettes", come le chiamava Louis Vuitton, che in una réclame del 1921 dichiarava "Mostratemi il vostro bagaglio e vi dirò chi siete", non rappresentavano solo pubblicità ante litteram, ma costituivano delle vere e proprie opere d'arte, oggetto di attenzione anche da parte di portieri e fattorini, che pare apponessero segni col gesso negli angoli dei bauli per indicare la generosità o l'abitudine a dare mance del loro proprietario. 
Le etichette europee più famose furono prodotte per oltre un secolo dallo stabilimento grafico Richter & C., fondato nel 1842 a Napoli.
Lo svizzero Richter curava per gli alberghi l'edizione di "label" per valigie, di locandine e cartoline, affidando l'esecuzione grafica ad illustratori e pittori come Mario Borgoni (2).  Anche artisti come Fortunato Depero (3) Filippo Romoli (4) si cimentarono nella produzione di adesivi e cartoline alberghiere, introducendo nella grafica del bagaglio il futurismo e l' art déco

Le valigie tuttavia non sono solo legate ai viaggi turistici, ma all'ingrato viaggiare degli emigranti, basti pensare alla testimonianza offerta dai bagagli conservati nella baggage room del Museo dell'Immigrazione di Ellis Island all'ingresso di Manhattan (5), che non hanno nulla a che fare con  lussi ed agi borghesi, ma con la dura realtà dell'esodo nel nuovo continente alla ricerca di fortuna e benessere.
Anche le borse e gli oggetti conservati nei campi di sterminio come Auschwitz forniscono la memoria di un viaggio tragico e spesso con le loro etichette sono l'unico lascito per i parenti sopravvissuti, come nel caso della borsa contesa di Pierre Lévi (6).

Tornando però all'aspetto più gradevole del bagaglio ovvero il viaggio volontario e di piacere, bisogna considerare che gli aerei hanno accorciato le distanze ed i tempi di percorrenza, ma con le loro limitazioni di peso hanno anche rivoluzionato la storia del bagaglio, riducendone le dimensioni e standardizzando le tipologie.

Ai viaggiatori sognanti, come me, che hanno in dotazione trolley a quattroruote modello Pininfarina, da rincorrere sulle scale mobili degli aeroporti, non resta che il rimpianto di bauli retrò ed eleganti cappelliere, fedeli compagni dei vaggi del passato.

(1) cfr. http://www.ddbo.it/status-symbol-demode-outmoded-status-symbols/
(2) Mario Borgoni (1869-1936) insegnante di ornato e direttore artistico dello stabilimento Richter & C. di Napoli, realizza felici composizioni grafiche per alberghi di lusso e per l’Ente Nazionale Industria Turistica e Ferrovie dello Stato all'insegna del iiberty italiano. Può essere definito l'artista dei poster per eccellenza.  cfr.  http://www.arteliberty.it/manifesti_borgoni.html
(3) Fortunato Depero (1892-1960) nasce come scultore anche se poi lavorerà prevalentemente nel campo della grafica. Oltre a copertine di riviste e manifesti pubblicitari, a Depero si deve il design della famosa bottiglia del Campari Soda disegnata nel 1932.

Per la biografia cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Fortunato_Depero
(4) Filippo Romoli (1901-1968), artista savonese, inizia la sua attività come illustratore di manfesti turistici per la Società Industrie Grafiche Barabino & Graeve di Genova, collabora poi con diversi enti ed aziende realizzando non solo cartellonistica, ma anche insegne e logotipi.

cfr. http://www.museidigenova.it/spip.php?article833
(5) The Ellis Island Immigration Museum
http://www.ellisisland.org/genealogy/ellis_island_visiting.asp

(6) Michel Lévi-Leleu visitando il Memoriale della Shoah di Parigi nel 2006 riconosce fra gli oggetti esposti la valigia appartenuta al padre Pierre e ne rivendica l'appartenenza alla sua famiglia. cfr. l'articolo "Soixante ans de douleur dans une valise" di Pascal Ceaux apparso su Le Monde del 01/09/2006
http://www.lemonde.fr/societe/article/2006/09/01/memoire-des-deportes-soixante-ans-de-douleur-dans-une-valise_808572_3224.html