Siamo abituati a convivere con le immagini del conflitto israelo-palestinese, ma le recenti notizie provenienti da Gaza e, soprattutto il crescente numero di vittime fra i bambini, non possono certo lasciare indifferenti e rassegnati. 

Dopo 7 giorni di lanci missilistici palestinesi verso il sud di Israele, ricambiati da altrettanto numerose incursioni aeree israeliane, apprendo con estremo sollievo la notizia del cessate il fuoco raggiunto nella notte (1), in seguito ai colloqui di pace svoltisi al Cairo nei giorni scorsi e nei quali hanno giocato un ruolo chiave il Segretario di Stato americano uscente Hillary Clinton ed il presidente egiziano Mohamed Morsi. Macerie a Gaza

L'attuale scenario mediorientale è la conseguenza del cambiamento in corso a partire dalla primavera araba che, da una parte ha visto crescere l'ambizione della Turchia, dall'altra diminuire l'influenza statunitense, ritagliando un ruolo di maggiore rilevanza per l'Egitto.  

Come scrive nel suo ultimo editoriale Janiki Cingoli del CIPMO (Centro Italiano per la Pace in Medioriente), l'avvento di nuove forze e la modifica degli equilibri esistenti nell'area (2), hanno portato alla crescita di Hamas, mettendo invece al margine Al Fatah: Abbas e il suo Partito, scrive Cingoli, sono diventati irrilevanti e residuali, nel mondo arabo e anche nelle piazze della Cisgiordania.

La politica internazionale del presidente egiziano Morsi, d'altro canto, si sta dimostrando ragionevole, pragmatica e costruttiva, smentendo le premesse allarmistiche e la diffidenza internazionale per il suo stretto legame con i Fratelli Musulmani.

Rispetto al 2008 ai tempi dell'operazione difensiva "Piombo fuso", le dinamiche del conflitto tra Israele e Hamas sono molto diverse: Hamas ha portato le istanze palestinesi presso tutti i nuovi governi dell'arco sunnita in Egitto, Tunisia e Marocco e presso il loro alleato il turco Erdogan. La posizione europea e statunitense deve dunque considerare con cautela la perdita di credibilità dell'Autorità palestinese, che sembra trovare più seguito presso le Nazioni Unite, dove il  presidente Mahmoud Abbas si recherà il 29 novembre prossimo, che nelle strade di Gaza (3).

A tregua raggiunta entrambe le parti rivendicano la vittoria, ma l'unica certezza sono le evidenti macerie accumulatesi nella striscia di Gaza e le tante menzogne e notizie distorte che circolano sul conflitto israelo-palestinese (4) che, come tutte le guerre non ha né vincitori né vinti, ma solo vittime.
Mi piace pensare, alla stregua di Oscar Wilde, che finché la guerra sarà considerata una cosa malvagia, conserverà il suo fascino e che solo rendendola una faccenda banale, diventerà impopolare.


(1) After Israel, Hamas reach Gaza cease-fire, both sides claim victory cfr. The Washington Post
http://www.washingtonpost.com/world/middle_east/clinton-arrives-in-middle-east-as-prospects-of-gaza-cease-fire-look-uncertain/2012/11/20/02f8be9c-3397-11e2-bfd5-e202b6d7b501_story.html?hpid=z1
(2)
Israele: la sfida di Hamas, l'eclisse di Al Fatah di Janiki Cingoli cfr.  http://www.cipmo.org/editoriale/2012/israele-sfida-hamas-eclisse-fatah.html
(3) Nella rassegna stampa internazionale cfr. Gaza Crisis Poses Threat to Faction Favored by U.S. / Ethan Browner (New York Times 19/11/2012) 
http://www.nytimes.com/2012/11/20/world/middleeast/hamas-strengthens-as-palestinian-authority-weakens.html?pagewanted=all

(4)
Si legga Libérer les Palestiniens des mensonges de Bernard-Henri Lévy (II) di Alain Gresh sul blog di Le Monde diplomatique
http://blog.mondediplo.net/2012-11-20-Liberer-les-Palestiniens-des-mensonges-de-Bernard. Lo scritto è la risposta polemica al "bloc notes" Obscénité di Bernard-Henri Lévy, pubblicato il 20/11/2012 sur Le Point cfr. http://www.bernard-henri-levy.com/obscenite-le-point-22-novembre-2012-33337.html