3 febbraio 1998  strage del Cermis

Gli Italiani hanno ricordi labili e son coinvolti solo dalle tragedie più recenti, complici i giornali che più che informare sui fatti enfatizzano gli eventi che fan notizia (vedi capitan Schettino e la Costa Concordia).

Tanto per rinfrescare la memoria storica, il 3 febbraio del 1998 nel Cavalese in Trentino, un bireattore delle forze aeree Usa proveniente dalla base di Aviano, volando a bassissima quota in missione di addestramento, tranciò due cavi di una cabina della funivia sugli impianti del Cermis : il bilancio tragico fu di 20 morti (19  turisti ed il manovratore della cabina).

Come scrisse Indro Montanelli, quando la verità è evidente (un cavo spezzato dall’imperizia e dall’errore umano) cercare altrove la responsabilità è solo un modo per coprire con un capro espiatorio i fatti reali.

Il velivolo fu manomesso prima del suo sequestro in Italia e sparì il registratore di dati del jet, ma la prontezza della magistratura di Trento nell’aprire l’indagine, permise il sequestro nella base di Aviano dell’aereo che era già pronto per essere smontato e riparato. Sull'impennaggio di coda furono trovati resti della fune tagliata e questa prova inconfutabile smentì le insinuazioni delle autorità militari americane che sostenevano che la funivia fosse caduta da sola!

In base alla Convenzione di Londra sullo statuto dei militari NATO, la giurisdizione del caso risultò di competenza della giustizia militare statunitense.

Nonostante l’equipaggio fosse di quattro membri, vennero processati dalla Corte marziale solo il pilota Richard Ashby ed il navigatore Joseph Schweitzer: furono radiati con disonore e rimossi dal servizio, più per aver corrotto le prove distruggendo la videoregistrazione del volo (testimonianza della velocità eccessiva e sotto i limiti di quota consentiti) che per la responsabilità di omicidio colposo plurimo (1).

Il risarcimento dei danni alle famiglie ed il ripristino dell’impianto del Cermis è stato pagato in prima istanza dalla Provincia Autonoma di Trento (rimborsata dallo Stato Italiano solo nel 2004), mentre gli Stati Uniti solo nel 1999 in ottemperanza ai Trattati Nato hanno risarcito al 75% l’Italia.

La strage del Cermis è solo uno dei tanti eventi oscuri o oscurati (Ustica, strage di Bologna) della storia italiana (2), ma dopo tredici anni giustizia è parzialmente fatta con l'ammissione di colpa da parte dei Marines USA e l'accesso al rapporto ufficiale redatto dopo l'incidente (3).

Insieme al dolore della gente del Cavalese, resta la consapevolezza che anni di processi e di bugie, non possono cambiare la storia di quella terribile giornata né cancellare l'incubo dell'unico superstite, il manovratore Marino Costa, rimasto appeso per 45 minuti al cavo oscillante dell'altra cabina della funivia.

Per tenere lontani i turisti dell'orrore, solo una piccola croce rossa ricorda la strage e qualcuno vi ha scritto accanto:
"Se uccidi un uomo è un omicidio. Se ne uccidi venti è un errore".

(1) cfr. L’articolo di Ennio Carretto apparso sul Corriere della Sera del 28/02/1998 http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/28/Negli_Usa_piloti_della_strage_co_0_98022810940.shtml
(2) Nel 2008 un articolo di Repubblica parla addirittura di un accordo tra accusa e difesa:
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/cermis-patto/cermis-patto/cermis-patto.html
(3) Nel luglio 2011 La Stampa pubblica il rapporto dei Marines: "E' colpa nostra dobbiamo pagare"  cfr. http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/411287/