Immaginate allo scoccare della mezzanotte di venire catapultati nella Parigi degli anni Venti e di incontrare in salotti e feste animatissime nientemeno che l’autore del Grande Gatsby Scott-Fitzgerald con la moglie Zelda, Gertrude Stein, Ernest Hemingway, Dalì e Picasso, il tutto accompagnato dal sottofondo musicale di Cole Porter.   



E’ quello che accade a Gill, uno stralunato scrittore americano (interpretato da Owen Wilson) in vacanza nella capitale francese con la fidanzata snob ed i suoi genitori.

Vessato di giorno dalla compagnia dei ricchi futuri suoceri, nonché da una  coppia di amici pedanti, attende con ansia il passaggio della vettura che la notte lo trasporta magicamente indietro nel tempo.

Un Woody Allen strepitoso in Midnight in Paris, sia come sceneggiatore che come regista, ci regala un film che fa sognare con battute splendide, verve comica ed atmosfere incantate.

Anche se si nota qualche incongruenza nell’abbigliamento (cambi di giacche di Gill), non stona nulla nella pellicola, perché il meccanismo dei dialoghi e l’oscillare tra varie epoche (Anni del Charleston di Gill, Belle Époque di Adriana, salto temporale nel Settecento dell’investigatore privato) risultano perfetti ed anche la panoramica dei migliori scorci turistici di Parigi, all’inizio del film, suona come una riuscita dichiarazione d’amore per la città.


Si esce dal cinema pienamente soddisfatti, con lo sguardo sognante ed una voglia irresistibile di trovarsi sotto la Tour Eiffel.