Dagli anni Novanta non me ne perdo uno, appena sfornato lo divoro letteralmente!

L’ultimo romanzo oggetto della mia ingordigia letteraria è Tabula rasa, il sedicesimo titolo latino della serie di avventure investigative e galanti di Publio Aurelio Stazio, il senatore romano, detective per caso, creato dalla penna di Danila Comastri Montanari (1).
tabula rasa


Oltre alla curata e perfetta ambientazione storica (la scena si svolge sotto il regno dell’imperatore Claudio) a rendere gradevolissima la lettura è in primo luogo il carattere del protagonista: Publio Aurelio è un personaggio nobile non solo di natali, epicureo e gaudente, colto e raffinato, dotato di intelligenza e di spiccato senso dell’onore e della giustizia, assolutamente moderno, anticonformista e democratico nelle relazioni, appassionato di viaggi e di belle donne.

Fra i personaggi minori, che ritroviamo ogni volta con diletto in una nuova indagine, spiccano Castore (l’astuto segretario alessandrino), Pomponia (l’eccentrica matrona romana amica di vecchia data del senatore) ed il fedele intendente Paride.

Nel caso di Tabula rasa, Publio Aurelio Stazio viene inviato ad Alessandria d’Egitto dall’imperatore Claudio, con l’incarico riservato di trattare con i Parti, nemici acerrimi di Roma.

Il  soggiorno e la missione in terra d’Egitto del senatore, vengono però turbati dal ritrovamento nella sua residenza segreta in riva al Nilo dei resti di due fanciulle seguaci della dea-gatta Bast, da tumulti di fazioni rivali, dai tentativi di sabotaggio delle macchine militari create da Nicomaco e da intrighi e misteri che Publio Aurelio Stazio alla fine risolverà con l'aiuto di una squadra anticrimine alquanto particolare.

Nel thriller non mancano certo i momenti esilaranti regalatici da una coppia di spie improbabili (Lanato e Dentato) e dalla apparente involontaria comicità degli animali presenti (il coccodrillo in attesa del pasto e la scimmietta della sfortunata Candida).

Anche Lindsey Davis (2) s'è cimentata con l'antica Roma dell'epoca di Vespasiano, ma le avventure del plebeo Marco Didio Falco, anche se storicamente ben descritte e godibili, mancano di quel qualcosa che rende straordinario Publio Aurelio Stazio: l'ironia ed il suo senso dell'onore.

1) Le note biografiche ufficiali recitano: "Accanita fumatrice, apprezza gli alcoolici, rifugge dalle diete, frequenta stazioni termali e scavi archeologici, legge polizieschi, saggi di storia, classici, latini, greci e cinesi. È una fanatica utente di internet, dove mantiene alcuni siti web. Vive in una grande casa al centro di Bologna con il marito, la figlia, due gatte, un pappagallo, duecento piante, diecimila libri e cinque computer." cfr. http://www.diciemme.eu/dcm.htm

2) Scrittrice inglese nata Birmingham, "ha raggiunto la celebrità con i romanzi della serie di Marco Didio Falco, gialli ambientati nella Roma imperiale tradotti in quindici lingue. Nel 1989 ha vinto il premio Author's Club Best First Novel" cfr. http://www.saggiatore.it/autori/lindsey-davis/