Ho avuto il privilegio di incontrare Walter Bonatti qualche anno fa, al conferimento della laurea specialistica honoris causa in Scienze Ambientali all'Università degli Studi dell'Insubria.  



Rimasi stupita nel vedere che l'alpinista leggendario, l'esploratore ed il giornalista altro non era che un piccolo uomo, con una folta chioma di capelli candidi: eppure dalle sue parole pacate trapelavano umanità, forza ed onestà intellettuale fuori dal comune.     

La sua è stata una vita vissuta tra le montagne, nel rispetto dell'ambiente e nel riconoscimento del limite umano, pur nell'ardire della conoscenza.

Ora può riposare in pace Walter Bonatti, perchè le ombre che oscuravano la sua fama sono state fugate in modo definitivo nel dicembre del 2008, quando è stata fatta piena luce sulla vicenda della spedizione per la conquista del K2 e sono state ufficialmente ripudiate le scorrettezze storiche della versione fornita nel 1954 dal capo spedizione Ardito Desio.

Lascio ad altri i compiti biografici della stesura dell'elenco di conquiste, esplorazioni e scritti.

A me basta rimarcare che ci sono personaggi che non hanno età ed attraversano integri le generazioni, perchè l'esempio del loro carattere e la grandezza dei valori trasmessi, oltre alle imprese compiute, non vengono intaccati dal tempo.  

Così è per Walter Bonatti, scomparso ieri 13 settembre 2011.