A una decina di chilometri dalla monumentale e splendida Valle dei Templi, dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1998, sorge la così detta Scala dei Turchi, un vero gioiello della costa agrigentina.
Si tratta di una falesia di marna bianca (roccia sedimentaria calcarea ed argillosa) che si erge a picco sul mare nel territorio di Realmonte. Il nome “Scala dei Turchi” si deve ai pirati saraceni che, narrano storia e leggenda, trovavano sicuro approdo su questa scogliera tondeggiante somigliante ad una scalinata naturale.
Il bianco abbacinante della Scala dei Turchi è dovuto ai gusci di microrganismi che si sono saldati sul calcare e sul sedimento. Guardando il mare, affacciandosi dai candidi ed arrotondati gradoni della parete rocciosa, si gode di un panorama emozionante: l’occhio è appagato dall’immensità della distesa marina degradante in mille tonalità di blu a secondo della profondità.
A turbare la spettacolarità del paesaggio, resistono da oltre 15 anni gli scheletri di cemento armato di due ecomostri dal lato di capo Rossello e di un’altra struttura dal lato di Punta Grande.
Negli ultimi anni la Scala dei Turchi è diventata un’attrazione turistica, ma le visite frequenti e l’accesso di qualche sconsiderato con gli scooter, hanno rovinato il candore della scogliera a gradini. Purtroppo ho potuto notare io stessa, effettuando visite a distanza di una decina d’anni, quali danni possa produrre l’uso barbaro e scellerato di incidere nomi e messaggi a titolo di souvenir sulla marna.
Sin dal 2007 il comune di Realmonte si è mosso affinché questo sito geologico, insieme ai resti della vicina villa romana, venga dichiarato Patrimonio dell'umanità.Ad oggi (luglio 2011) pare continuino i lavori della commissione, presieduta dal sindaco di Realmonte Piero Puccio, per presentare domanda ufficiale all’Unesco.
In attesa della tutela dell’Unesco, c’è da augurarsi che la salvaguardia locale ed il rispetto civico preservino la magnifica opera di design naturale che la Scala dei Turchi rappresenta.
