Madonna di FolignoRiprendendo le parole del Direttore dei musei Vaticani, Antonio Paolucci, bisogna essere grati a chi ci ha dato occhi per vedere e cuore per emozionarci al cospetto dell'immortale pittura dell'urbinate Raffaello ed in particolare di fronte alla bellezza della Madonna di Foligno che, a distanza di secoli, è in grado ancora di ammaliarci e che fino al 12 gennaio 2014 è ammirabile a Milano nella sala Alessi di Palazzo Marino (1).

Il dipinto in questione, originariamente realizzato su tavola lignea, è il primo quadro prodotto a Roma da Raffaello attorno al 1511-1512, su commissione del segretario papale Sigismondo de' Conti  e destinato ad un grande pubblico.

La sua salvaguardia si deve paradossalmente ai Francesi che all'epoca di Bonaparte trafugarono l'opera ed in seguito ai danni arrecati dal trasporto in una cassa d'acqua, furono costretti ad un intervento di restauro e di trasposizione della pittura su tela (2). Ironia della sorte se consideriamo che
il primato nella scienza della conservazione e del restauro va al nostro paese ed affonda le sue radici nella storia artistica italiana.

Oltre al pregio della tecnica, nel capolavoro di Raffello possiamo ammirare la straordinaria naturalezza del bambinello che, come un bimbo reale, cerca di divincolarsi dalle braccia della mamma.

All'iconografia tradizionale che prevede in alto l'apparizione celeste ed in basso a sinistra i santi San Giovanni Battista e San Francesco d'Assisi inginocchiato, il pittore abbina la rappresentazione del committente alla destra, ritratto con l'estremo realismo del volto scavato dalla vecchiaia e dalla malattia (morirà prima del completamento del dipinto) con alle spalle San Girolamo. L'originale accostamento di richiami celesti (oltre alle figure sacre, il putto al centro, gli angeli, l'arcobaleno ed il meteorite o la cometa) e terreni (la vegetazione naturale ed il paesaggio) offre una visione equilibrata che commuove e rasserena. 

Il vero scopo del dipinto (l'ex voto di Sigismondo per essere scampato ad un incendio) si perde e nel tempo resta solo la perfezione dei personaggi e l'armonia dei colori.
Tutte le figure infatti rivolgono lo sguardo verso il fulcro del dipinto: la Madonna col bambino sovrastata da un arco di cherubini. 

A questo punto sarebbe d'obbligo il silenzio, ma i
nvitando tutti ad accostarsi all'arte e ad arricchirsi del "cibo della mente" (come dice la mia amica Marta), concludo l'anno con questo scritto sulla Madonna di Foligno, il meraviglioso regalo che ci ha lasciato Raffaello.

Auguri a tutti ed arrivederci al 2014!

P.S.: l' immagine è di Lendeert Jan Vis

(1) Per il sesto anno consecutivo il Comune di Milano offre la mostra gratuita di un capolavoro con il contributo dell'Eni. cfr. http://www.eni.com/raffaelloamilano/pagine_html/index.html

(2) L'opera, trafugata nel 1797 durante l'occupazione francese, venne trasportata su tela nel 1801 dal restauratore Francois Toussaint Hacquin, diventato famoso per gli interventi di conservazione sulle tavole portate al Louvre dalle armate napoleoniche (ad esempio La Madonna delle rocce di Leonardo).